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La
ripetizione dell'immagine riscritta
di
Giovanna Nicoletti
Stefano
Cagol lavora con il video e con la fotografia sull'immagine e sulla sua
ripetizione. Trasforma l'oggetto della realtà in immagine meccanica,
reiterata e proiettata, variamente colorata o senza pigmento. Utilizza
elementi che affondano nel nostro immaginario quotidiano come riscritture
reali di eventi - appunti di viaggio unici e mutevoli ? o piuttosto come
racconti di situazioni naturali che si modificano, fino ad annullarsi nei
limiti del paesaggio, inteso come natura o come dimensione urbana. Le sequenze,
caricate di una energia pulsante, sembrano seguire il rumore delle nuvole,
il trascorrere delle luci, la mutevolezza dell'inquadratura. Cagol lavora
sulla moltiplicazione del soggetto, sulla ripetitività quasi ossessiva
del frammento, per suggerire una nuova dimensione da ricontestualizzare.
Accelerazione e fermo immagine producono una suggestione che sembra interferire
con la presenza pulsante e viva del suono elaborato come parte strutturale
del video.
L'aspetto
temporale diventa centrale per la sua ricerca. La velocità dei video
contrasta con le sequenze della fotografia. Nelle fotografie l'immagine
si frantuma in differenti quadri, in rappresentazioni modificate nel colore
e nella forma anche là dove lo stesso soggetto sembra ripetersi
senza fine. Fotografie e video instaurano un rapporto di reciproca contaminazione.
Si sdoppiano, si muovono, si moltiplicano negli spazi espositivi, rendendo
molteplice e inafferrabile il concetto di rappresentazione. L'occhio si
sofferma su alcune singole immagini che si sfiorano e si muovono in sequenze
dove i soggetti entrano uno nell'altro, ricreando la dimensione di un viaggio
virtuale, reso piuttosto evidente nello sdoppiamento del linguaggio elaborato
attraverso i titoli.
Proiezioni
di video e fotografie montate su lastre di alluminio o su duratrans elaborano
un universo segnico di sequenze che trattengono il concetto di tempo alterando
lo spazio della rappresentazione. L'azzeramento del tempo, che moltiplicato
all'infinito finisce per annullarsi e assorbirsi in se stesso, coincide
con l'atteggiamento estraniante della dimensione spaziale, permettendo
all'autore di ambientare i propri soggetti in una dimensione di sospesa
realtà fatta di oggetti che si rivelano essere inesorabilmente comuni.
Per
lo spazio di Contemporanea, allestito a Palazzo delle Albere a Trento,
Stefano Cagol ha elaborato un progetto di video installazioni dal titolo
"I'm a master", il cui tema è la relazione tra "Eva e la Natura".
Eva rappresenta l'energia totale e totalizzante. L'immagine di Eva, moderna
e celestiale interpretazione della modella Barbie, compare sullo schermo
affiorando dall'immaginazione, con una frequenza scandita dallo scorrere
delle nuvole. Le fa da controcampo il movimento inquieto del serpente che,
come un essere curioso, si appropria della dimensione dilatata dello spazio
terreno e umano, divenuto metafora dell'universo nella sua rilucente rappresentazione.
Completano
la video installazione una serie di immagini fotografiche rielaborate digitalmente
che per frammenti contestualizzano l'immaginario di "I'm a master" sospeso
tra la dimensione dell'Eden, l'immagine dell'Angelo, la Natura e lo spazio
urbano. Frequenza, ripetizione, variabile sono fattori di conoscenza attraverso
i quali la realtà si trasforma in simulacro.
Giovanna
Nicoletti
©
2000 copyright by Giovanna Nicoletti |
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The
repetetition of the rewritten image
by
Giovanna Nicoletti
Stefano
Cagol works on images and their repetitions using videos and photographs.
He transforms the object of reality into a mechanic image, repeated and
projected, variously coloured or without pigment. He uses elements deeply
rooted in the imagery of our daily life as if they real were re-rewriting
of events - unique and changing travel notes, - or tales of natural situations
which transform themselves and eventually disappear into the ridges of
the landscape, intended as nature or as an urban dimension. The sequences,
loaded with pulsating energy, seem to follow the sound of the clouds, the
passing of lights, the changeability of the shot. Cagol works on the multiplication
of the subject, on the almost obsessive repetitiveness of the fragment
to create a new dimension, which needs be set into a new context. Accelerations
and stills produce an effect that seems to interfere with the pulsating
and living presence of the sound, processed as a structural part of the
video.
The
temporal aspect becomes pivotal for his research. The speed of videos contrasts
with the photographic sequences. In photographs the image is shattered
into multiple squares, into modified representations of colour and form,
even where the subject itself seems to endlessly repeat itself. Photographs
and videos evolve into a relationship of mutual contamination. The split,
move, multiply in the space of exposure, making the notion of representation
multiform and impossible to seize. The eyes linger on a few individual
images that lightly touch and move in sequences where the subjects interpenetrate,
recreating the dimension of a virtual journey. This also appears quite
evident in the doubling of the language effected in the titles.
Projections
of videos and of photographs fixed onto aluminium plates or onto duratrans
create a symbolic universe of sequences that maintain the concept of time
and modify the space of representation. The annulment of time, which is
multiplied endlessly and is finally cancelled and absorbed by itself, coincides
with the alienating attitude of the space dimension, thus allowing the
artist to set his subjects in a suspended reality, made of objects which
turn out to be inexorably common.
For
Contemporanea, an exhibition staged at Palazzo delle Albere in Trento,
Stefano Cagol has worked on a project of video installations entitled "I'm
a master", based on the relationship between "Eve and Nature". Eve stands
for total and totalising energy. The image of Eve, a modern and heavenly
interpretation of the model Barbie, appears on the screen as if emerging
from the imagination, with a tempo set by the running of clouds. As reverse
shot is the troubled advance of the snake which, a curious being, takes
hold of the expanded dimension of terrestrial and human space, turned into
a metaphor of the universe in its gleaming representation.
The
video installation is completed by a series of photographic images, digitally
reprocessed which, with the use of fragments, set the imagery of "I'm a
master", suspended between the Eden dimension, the image of the Angel,
Nature and the urban space, in a new context. Frequency, repetition, and
variability are factors of knowledge through which reality is transformed
into an analogue.
Giovanna
Nicoletti
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