> TOKYOSPACE
 

Solo Project

SUPERDELUXE
Tokyo

Brochure, 2004
 

Essay by LETIZIA RAGAGLIA
 

(Italiano sotto) 
 

Tokyospace by Stefano Cagol stages mutual exchange between individual and shared space within a glocal dimension par excellence: the megalopolis of Tokyo. At a conceptual level the whole project brings back to the principle of Leibnitz' monads, i.e. a closed organism representing a point of view on 
the universe and which, in virtue of this point of view, inevitably bounces again onto the outside. The monad, or better the artist's creative space, stands for intimacy, subjective dimension, but it becomes also permeability, constant reflex of a surrounding space. 

In his recent artistic production, Stefano Cagol has become increasingly interested in the perception of space, both fictitious and concrete. His research is brought forth with video and photography which are mainly used because of their anti-documental qualities, their investigative and 
evocative character. Approached visions as well as amplifications of the surrounding context become metaphor of the various modalities of space reception in the complex relationship world-I. At the same time, Stefano Cagol's work in progress is part of the long tradition which uses 
photography as a filing process; the Tokyospace images become a sort of archive of our everyday life in which meaningless details set up elements of a bigger interest of wide sights. His video shots and pictures are thus the expression of a peculiar and highly subjective moment that invites us to think again about the whole system of a megalopolis in terms of human fruition, therefore never the same and endlessly undergoing visual and emotional mutations. 

Letizia Ragaglia (Curator at Museion-Museum of Modern and Contemporary Art, Bolzano-Italy) 
--

(English above) 
 

Tokyospace di Stefano Cagol mette in scena il reciproco scambio tra spazio individuale e spazio condiviso all'interno di una dimensione glocal per eccellenza: la megalopoli di Tokyo. L'intero progetto rinvia concettualmente al principio della monade leibniziana, ovvero ad un organismo chiuso, che rappresenta un punto di vista sull'universo e che proprio in virtù di questo punto di vista rimanda inevitabilmente all'esterno. La monade, o meglio lo spazio creativo dell'artista, è intimità, è dimensione soggettiva, ma è anche permeabilità, riflesso costante di una dimensione circostante. 
Nella recente produzione artistica Stefano Cagol si è sempre più interessato alla percezione dello spazio sia fittizio che concreto. Questa ricerca viene portata avanti attraverso i medium del video e della fotografia, i quali vengono impiegati principalmente per le loro qualità anti-documentaristiche, per il loro carattere di indagine ed evocazione. Visioni ravvicinate così come amplificazioni del contesto circostante  diventano metafora delle diverse modalità di ricezione spaziale nel complesso rapporto io-mondo. Al contempo il work in progress di Stefano Cagol si inserisce nella lunga tradizione dell'impiego della fotografia come schedatura; le immagini di tokyospace diventano una sorta di archivio del quotidiano, in cui particolari insignificanti e dettagli costituiscono elementi di maggiore interesse di ampie panoramiche. Le riprese video e gli scatti fotografici diventano dunque espressione di un peculiare momento altamente soggettivo, che invita a ripensare l'intero sistema della megalopoli in termini di fruizione umana e dunque mai uguale a sé stesso e incessantemente sottoposto a mutazioni sia visive che emotive.

Letizia Ragaglia (Curator at Museion-Museum of Modern and Contemporary Art, Bolzano-Italy) 
 
 
 
 
 

 

©2004 Stefano Cagol - Home -