Copyright © - 2005 - Stefano Cagol
Home

Book

>WIG WAG

By Alessandra Vaccari

<>Pitti Immagine Discovery

Marsilio Ed.

With selected images of artworks by: Marcel Duchamp, Yinka Shonibare, Maurizio Cattelan, Ronnie Cutrone, 
Stefano Cagol, Sislej Xhafa, Chris Ofili, Pascale Marthine Tayou, Alighiero Boetti, Jota Castro, Ugo Rondinone


>> Pg. 96, White Flags by Stefano Cagol 
 

<>Book available starting from: October 5, 2005
Book launch: White, Milan, September 29, 2005  

 


 
 
(English below) 

FONDAZIONE PITTI IMMAGINE DISCOVERY
WIG WAG. Le bandiere della moda

<>
WIG WAG.Le bandiere della moda
formato 21x26, brossura, pagine 144
con 90 illustrazioni a colori

La Fondazione Pitti Discovery con Marsilio Editori presenta il libro di Alessandra Vaccari. Il primo volume della collana MODE, un nuovo progetto editoriale.

Le bandiere sono ovunque, anche nel nostro guardaroba. Perché questi rettangoli di stoffa a colori vivaci hanno tanto fascino? Sono oggetti di culto feticistico, affascinanti stereotipi dell’identità o inquietanti insegne del potere? E in che modo entrano nella iconografia onnivora della moda e nell’anarchia dei processi creativi dello stile?

Il volume Wig-Wag. Le bandiere della moda si pone al centro del denso flusso di visioni e di rimandi ? sportivi, etnici, patriottici o nostalgici ? suscitati dal tema delle bandiere e dai loro rapporti con la moda. Le strappa dall’associazione immediata con l’idea di nazione e le insegue nelle loro metamorfosi visive, di cui sono artefici storiche firme come Elsa Schiaparelli, Christian Dior ed Emilio Pucci; stilisti e brand quali Tommy Hilfiger, Ralph Lauren, Vivienne Westwood, Franco Moschino, Dolce & Gabbana, Prada, Antonio Marras, Alexander McQueen e Viktor & Rolf; marchi di street-style come Mambo, Vans, Eastpak, Gsus, Nigo, Stüssy e Ipath.

Ironia e identità animano così le molteplici forme di appropriazione della bandiera statunitense, britannica, italiana. Nella moda trovano posto anche i colori brasiliani, giamaicani e giapponesi, le bandiere rosse, le arcobaleno e quelle di chi una patria non ce l’ha. Il libro attraversa questa esplosione di insegne colorate per restituire i processi creativi di una moda a stretto contatto con cinema, arte, design e musica.
 

"Tanto l'arte quanto la moda fanno continuamente ricorso alle immagini offerte dalle bandiere, attivando processi basati sull'appropriazione, ovvero sull'assunzione di forme già esistenti e sullo sviluppo di nuovi schemi di utilizzo della loro immagine pubblica... Tanto l'arte quanto la moda lavorano sul feedback, amplificando la fluidità di significati delle bandiere e facendole fluttuare tra nazionalismo e anarchia, utopie e visioni oniriche, piuttosto che attribuire loro sensi di lettura obbligati." DaWig Wag, Pg 33
 

Alessandra Vaccari insegna presso le Università di Bologna (sede di Rimini) e di Venezia (sede di Treviso). Si occupa di moda, di design e dei loro rapporti con la cultura visiva contemporanea. Ha pubblicato saggi sulla moda italiana negli anni del fascismo e del secondo dopoguerra.


---------------------------------
 

FONDAZIONE PITTI IMMAGINE DISCOVERY
WIG WAG. Le bandiere della moda

<>

WIG WAG.Le bandiere della moda
21x26 cm, paperbound , 144 pages
with 90 full-color images
English issue


<>
The Fondazione Pitti Discovery and Marsilio Editori a present WIG WAG. Le bandiere della moda by Alessandra Vaccari the first volume in the MODE series a new publishing project.

Flags are everywhere, even in our wardrobes. Why are these brightly colored cloth rectangles so fascinating? Are they fetishistic cult object, fascinating stereotypes of identity or unsettling signs of power? And how do they fit into the omnivorous iconography of fashion and the anarchy of the creative processes of style?

The book, Wig-Wag. Le bandiere della moda [Wig-Wag. Fashion Flags] rides along in the midst of that dense stream of visions and references ? sporty, ethnic, patriotic or nostalgic ? triggered by flags as a theme and by their relationship with fashion. It tears them away from the immediate association with the concept of nations and follows them through their visual metamorphoses that were created and guided by historic names such as Elsa Schiaparelli, Christian Dior and Emilio Pucci; designers and brands like Tommy Hilfiger, Ralph Lauren, Vivienne Westwood, Franco Moschino, Dolce & Gabbana, Prada, Antonio Marras, Alexander McQueen and Viktor & Rolf; and street-style brands including Mambo, Vans, Eastpak, Gsus, Nigo, Stüssy and Ipath.

Irony and identity are the driving forces behind the multiple ways in which the flags of the United States, Great Britain and Italy have been appropriated. Fashion also has a place for the colors of Brazil, Jamaica and Japan, red flags, rainbow flags and flags that have no country. The book traverses this explosion of colorful symbols to present the creative processes of a fashion in close contact with cinema, art, design and music.
 

Alessandra Vaccari teaches at the Universities of Bologna (in Rimini) and Venice (in Treviso). Her field is fashion and design and their relationships with contemporary arts. She has published essays on Italian fashions during the Fascist era and the post-World War II period.