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riverrun,
past Eve and Adamís, from swerwe of shore to bend of bay, brings us by
a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs.
fluidofiume, passato Eva ed Adamo, da spiaggia sinuosa a baia biancheggiante,
ci conduce con un più commodus vicus di ricircolo di nuovo a Howth
Castle Edintorni.
James
Joyce, Finnegans Wake, 1939 |
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è
la prima parola con cui James Joyce apre e suggella líultimo dei suoi romanzi
Finneganís Wake, enciclopedia-romanzo in cui il paesaggio e i personaggi
che lo abitano girano su se stessi volgendosi tra panorami interiori e
punti di vista universali. Finneganís Wake nel ripensamento teorico della
prima teoria del video díartista è stato il nucleo simbolico dellíestroflessione
fluida, incanalata in un circuito di elettroni che parte dallíocchio della
telecamera per tornare a quellíocchio e ricostituirne materia grezza. riverrun
è un fiume continuo di immagini, è il flusso indefinito per
cui Fredrick Jameson stigmatizzò il video come mezzo postmoderno
per eccellenza. È di volta in volta il lento o il veloce scorrere
di un paesaggio che non rimane mai uguale a se stesso neppure quando una
telecamera fissa vi si sofferma per qualche secondo. Tempo e movimento
sono gli ovvi elementi che separano il paesaggio video dallíantica arte
del paesaggio come genere pittorico. Nella dimensione temporale il paesaggio
respira, ampio o sospeso, nel tempo reale e vibra, pulsante o frenetico
nel montaggio veloce. Il movimento, quellíavvicinarsi e allontanarsi indefinito
dallíoggetto di osservazione si conduce su quellíunica linea storica che
porta dalla lontananza di uníelegante e pittoresca veduta díinsieme alla
più inquieta e panica penetrazione della natura. Quello che il video
ci dà in più è la capacità di zoomare, la capacità
di sprofondare a velocità accelerata dalla panoramica di una cartolina
fin dentro ai pori del suo retino, dove incontrare inizi di altri sentieri,
nuovi boschi dentro ai boschi, secondo le regole del pieno e del vuoto
proprie della nuova complessità. I Video seguono le verticali dellíinternazionale
modernismo periferico, si fanno in bianco e nero, mimetici di fronte ai
materiali della città industriale, oppure riverberano di colori
acidi, colori vivi, mai puri, sempre elettronici, perché sempre
attenti allíocchio tanto quanto della visione. riverun percorre tutta la
storia del paesaggio video. Dalle due radici storiche del Road Movie e
del video documentario. Dai paesaggi della memoria di Jopnas Mekas, ai
paesaggi pittorico astratti di Brakhage. Dalle prime esperienze della Land
Art riprese da Gerry Schum alle anticipazioni italiane di Luca Maria Patella.
Le poetiche elettroniche saranno rappresentate dai maggiori nomi della
storia della videoarte dai Vasulkas a Stan VanDeerBeek, mentre il ripensamento
della natura come luogo spirituale partirà dalla proiezione delle
opere di Bill Viola, di Robert Cahen e dei loro epigoni.
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